Chi ha paura di Amazon & Co?

Riflessioni sul mercato

Chi ha paura di Amazon & Co?

Quali sono le applicazioni nel settore assicurativo?

Un’inevitabile approdo al mercato assicurativo

Amazon si sta avvicinando al settore a piccoli passi. In Europa ha iniziato nel 2016, anno in cui ha stretto una collaborazione con Warranty Group al fine di offrire ai suoi clienti una copertura assicurativa (Amazon Protect) per determinati prodotti elettronici contro danni accidentali, malfunzionamenti, guasti o furti che viene acquistata attraverso lo stesso sito della compagnia, con protezione dai due ai cinque anni dalla consegna del prodotto.

A inizio del 2018 la startup Insurtech Deutsche Familienversicherung attraverso una collaborazione con Amazon e Amazon Pay, consente al cliente che utilizza Amazon Echo di stipulare un’assicurazione tramite l’assistente virtuale Alexa. Per il momento si parla solo di assicurazione sanitaria per i viaggi all’estero, ma a breve passeranno alla responsabilità civile e altri prodotti.

A giugno, la creatura di Bezos ha guidato un investimento di 12 milioni di dollari a favore di Acko Technologies, startup che possiede l’insurance provider online Acko General Insurance.

A fine agosto, l’indiscrezione Reuters dava per certo il lancio nel Regno Unito di un comparatore rc auto online in grado di far dimenticare il flop della cugina “Google”.

Ad ottobre la compagnia assicurativa americana Travelers ha reso nota una collaborazione con Amazon per offrire kit, connessi ad Amazon Echo Dot, dotati di telecamere di sicurezza, sensori all’acqua, rilevatori di movimento con funzionalità multi-sensore, per aiutare i proprietari di case a proteggersi dai problemi più comuni, promuovendo un approccio proattivo alla sicurezza domestica.

Nel frattempo Amazon avrebbe richiesto all’organismo di controllo del mercato assicurativo indiano il permesso di vendere polizze vita e salute tramite Amazon Pay. D’altronde sempre nel paese asiatico, Paytm, e-commerce indiano, con il supporto di Soft-bank, Alibaba Inc. (BABA) e Warren Buffet, ha già ottenuto la licenza necessaria a vendere polizze assicurative.

Amazon scettici

Per chi ancora avesse dubbi sulla volontà del gruppo di diventare influencer nel settore assicurativo, nel Bel Paese pochi giorni fa Assicurazioni Generali ha dichiarato che i clienti che hanno stipulato una polizza casa, riceveranno Amazon Echo Dot, l’altoparlante intelligente che permette di utilizzare il servizio vocale Alexa, attraverso cui ricevere suggerimenti per la cura dell’abitazione, la gestione di piccoli inconvenienti domestici e contenuti edutainment legati ai servizi assicurativi e alla prevenzione dei rischi.

Cosa ne pensa il settore in Italia?

Un forte segnale di quanto sia sentito l’argomento nel mercato italiano lo ha dato Maria Bianca Farina, confermata nei giorni scorsi alla presidenza dell’ANIA, l’Associazione che rappresenta le compagnie di assicurazioni.

In una recente intervista del 19 novembre 2018 a “L’economia del Corriere della Sera”, Farina sottolinea come tra le sfide che dovranno avere luogo in quello che sarà il suo secondo mandato, sia d’obbligo parlare dei colossi come Amazon.

«Il nostro mestiere è complesso: sono necessarie competenze e il settore è molto regolamentato. I giganti digitali ancora non sono entrati ma potrebbero farlo. Però dovranno acquisire know how e sottostare alle regole. Diventeranno perciò concorrenti come altri».

Cosa potranno fare i nostri per gestire un simile ingresso?

«Per il settore assicurativo la strada vincente è non limitarsi a versare risarcimenti, ma offrire servizi semplici, trasparenti, facilmente accessibili. Le assicurazioni dovranno innovare profondamente il modello di business, rendendolo più agile, flessibile e vicino alle mutate esigenze di clienti e contesto di riferimento. La trasformazione dovrà avvenire sviluppando ecosistemi di nuovi servizi e attività in grado di evolvere in modo sostanziale le fasi della catena del valore tradizionale».

E ANIA come si sta muovendo in questo senso?

«L’associazione ha un laboratorio di innovazione. Stiamo per esempio lavorando sui bisogni assicurativi creati dalla nuova mobilità, come il car sharing. Non necessariamente le compagnie dovranno noleggiare le auto, ma dovranno sapere come e cosa assicurare».

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